sabato 20 luglio 2013

Come i cinesi avviano un'attività d'impresa

I primi cinesi venuti in Italia erano venditori ambulanti di cravatte.
Il maggior afflusso è però avvenuto in questi ultimi 10-15 anni. Le attività dei cinesi si sono sviluppate: laboratori che producono abbigliamento in conto terzi, ristoranti, bar, commercianti, ecc...
Quindi, ci si pone una domanda: come fanno i cinesi ad avviare tutte queste attività?



Secondo me, non ha senso farsi domande di questo genere perché altrimenti bisognerebbe chiedersi come fanno tutti gli italiani ad aprire negozi, bar e altro. Però gli italiani, vedendo così tanti cinesi imprenditori, pensano subito che ci sia dietro la mafia cinese che finanzia le attività.
In realtà, la mafia non è così radicata nelle attività cinesi.
Per avviare un'attività serve denaro e il cinese che viene in Italia non li ha. Infatti, tutti i cinesi cominciano a lavorare come dipendenti in altre imprese cinesi, per fare pratica e mettere da parte dei risparmi. Questo è quello che fa chiunque e quindi non è ancora la risposta alla nostra domanda.

Quindi, un cinese che vuole avviare un'attività si rivolge ai parenti o amici per farsi prestare il denaro necessario e spesso i parenti lo danno senza interessi. Ovviamente, il cinese si rivolge a persone che magari hanno già una propria attività o comunque hanno abbastanza risparmi. Accumulando 2000-5000 euro (o più) da ognuno si raggiunge una somma non irrilevante. Se il denaro non basta, ci si rivolge ad altri finanziatori che potrebbero essere usurai o non.
Trovati i soldi, il cinese acquista o affitta l'immobile dove esercita la propria attività.
I cinesi sono gran lavoratori e spesso rinunciano alle vacanze. Ciò ha permesso loro di accumulare sempre più risparmi per reinvestirli e assicurarsi un futuro migliore per sè e per i propri familiari. Ricordo che in Cina non c'è la pensione per tutti, quindi i cinesi hanno bisogno di lavorare anche per mantenere i propri genitori in vecchiaia.

Riassumendo, per un cinese aiutare un altro cinese (che conosce) è quasi un dovere sulla base del cosiddetto guanxi, cioè un rapporto di conoscenza e supporto che lega i cinesi.

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